Il successo della raccolta fondi ha permesso l'apertura anticipata del dormitorio invernale
Oggi chiude ufficialmente la nostra campagna di raccolta fondi “APRIAMO PRIMA”, lanciata il 28 agosto per chiedere alla comunità trentina di contribuire economicamente all’apertura anticipata del dormitorio invernale Ex Bellesini, prevista per il 1° novembre.
La ex scuola in Cristo Re già lo scorso anno, grazie al contributo e al sostegno del Comune di Trento, aveva aperto le porte alle persone migranti forzate, arginando il dramma di chi è costretto a dormire e vivere in strada in attesa che si liberi un posto nei progetti di accoglienza. Quest’anno il Comune, oltre a confermare il finanziamento biennale per l’apertura del dormitorio con 16 posti a Casa San Francesco, aveva già autorizzato la riapertura delle Ex Bellesini.
La risposta è stata straordinaria: in pochissimi giorni è stato raggiunto l’obiettivo, che risuona
più come una dichiarazione d’intenti che come una semplice somma di donazioni. Ai trentini
interessano le persone migranti, interessa garantire loro la dignità di un posto dove dormire,
d’inverno come d’estate. Perché costringere in strada chi è in fuga da conflitti, discriminazioni e dalle drammatiche conseguenze del cambiamento climatico non è solo un’ulteriore violenza ma anche un’idea di Trentino che non sa prendersi cura di chi è più fragile.
Abbiamo quindi potuto anticipare i tempi: già da questa settimana le Ex Bellesini sono aperte e accoglienti e, grazie alle donazioni, potremo rinnovare completamente il servizio docce e la lavanderia, oltre a garantire ai beneficiari l’accesso ai servizi “Astalli Incontra” che offrono consulenza legale, orientamento al territorio, al lavoro e alla formazione, supporto allo sviluppo di competenze digitali per l’accesso ai servizi sanitari, spazi di apprendimento della lingua italiana e supporto psicologico.
«(...) Queste sono donazioni di protesta oltre che di proposta» ha commentato l’assessora al Welfare del Comune di Trento Chiara Maule. «Protesta contro una parte della politica che si dimostra indifferente alle sofferenze e al disagio di chi fugge da guerre, calamità, dittature. Proposta perché ogni singolo euro donato esprime l’aspirazione a un modello di società diversa, capace di accogliere e di includere, a beneficio non solo dei profughi, ma di tutta la città. Una comunità che si attrezza per affrontare il disagio sociale è una città più sicura e più vivibile per tutti».
«L’inclusione sociale delle persone migranti non passa da un letto e un tetto sopra la testa -
precisa Graiff, presidente di Astalli. Ci vuole cura, ascolto e servizi. Non si tratta solo di loro,
ma anche di noi, perché in futuro queste due categorie, loro e noi, comporranno una sola
cosa: il Trentino.»
Comments