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  • Centro Astalli Trento

ALLA SCOPERTA DEI LUOGHI DELL'ACCOGLIENZA

Il racconto del tour delle nostre strutture fatto dallз nuovз ragazzз in servizio civile



La prima cosa di cui si rende conto chi entra a far parte del Centro Astalli Trento è di quanto sia ampia questa realtà: non solo per quanto riguarda i progetti, ma anche per le tante persone che ne fanno parte, nelle varie strutture. Quindi, qualche giorno fa, con lз nuovз ragazzз in servizio civile abbiamo intrapreso un tour dei principali luoghi in cui siamo operativз.


La nostra prima tappa: Casa San Francesco


Casa San Francesco è molto grande e ospita circa trenta persone. Quando arriviamo è semivuota, nel cortile c’è solo M., arrivato dal Sudan qualche mese fa, intento a riparare la sua bici. La casa è avvolta da un grande senso di familiarità: la cucina silenziosa, dove ancora si sentono i profumi della cena della sera prima, la grande sala, le poltrone e le sedie lasciate un po’ in disordine.

Andrea e Valeria ci guidano tra i vari ambienti, raccontandoci la realtà della struttura, dove convivono persone in situazioni diverse. Ci sono persone e famiglie richiedenti asilo, e famiglie monoparentali che hanno ottenuto la protezione ma che ancora non hanno raggiunto una completa autonomia. Ma a Casa San Francesco vivono anche gli studenti universitari che partecipano al progetto “Comunità universitarie” e, infine, i richiedenti asilo senza fissa dimora ospitati nei 16 posti del nostro dormitorio. Ci sembra importantissimo che esista una realtà del genere, in cui pur essendo in tanti si riesca a creare un’atmosfera familiare e amicale. Eppure - riflettiamo insieme davanti a un caffè - non è sufficiente. La visita al dormitorio ci ha fatto pensare alle tante persone, oltre duecento in questo momento, escluse dai progetti di accoglienza pur avendone diritto in quanto richiedenti asilo. Ora che si avvicina l’inverno, il pensiero va a queste persone costrette a dormire in strada. Sarebbe bello che tutti potessero vivere in un luogo come Casa San Francesco.



Seconda tappa: la casa dei padri Comboniani


La seconda tappa del nostro tour ci porta nel grande salone dei padri Comboniani, altra sede del progetto “Comunità universitarie”. Padre Tullio ci aspetta nel cortile insieme all’operatrice Elisabetta e a Rachele, studentessa che da oltre un anno partecipa al progetto di convivenza tra studenti e richiedenti asilo. Questa infatti è la seconda delle due abitazioni dove il progetto si svolge.


Ci fermiamo un momento di fronte al murales che decora una delle facciate: un disegno che rappresenta l’umanità alla ricerca costante di un equilibrio tra vicende diverse, tra gli alti e bassi della vita, ma comunque guidata dalla speranza e dall’amore.

Ci sembra una bella metafora per raccontare le tante esistenze che si incrociano qui: ognunə arriva col suo bagaglio di momenti felici o tristi, di esperienze e storie da raccontare, e insieme se ne creano di nuove, si affrontano le difficoltà di ogni giorno, ci si ritagliano momenti di confronto ma anche di leggerezza e divertimento.


La terza tappa: il CINFORMI (Centro Informativo per l'Immigrazione della Provincia di Trento)


Il CINFORMI è una struttura molto diversa dalle prime due che abbiamo visitato. Si trova in un grande palazzo di tanti piani, con un'ampia facciata di vetro. Le persone si recano qui per tante ragioni: fare richiesta di permesso di soggiorno o di ricongiungimento familiare, avere un aiuto con i propri documenti o anche solo delle informazioni. Qui, raggiungiamo l’operatore Daniele nel suo ufficio, dove ci racconta un’altra parte della nostra associazione, quella che si inserisce nel quadro dei progetti di accoglienza ministeriali.



Ultima tappa: San Nicolò


A San Nicolò, nel verde della collina, si è creato qualcosa di veramente speciale. Si tratta di una struttura di proprietà della Diocesi che ospita 60 persone. In questa struttura, Astalli collabora con altre associazioni per rispondere al meglio ai bisogni di inclusione dei richiedenti asilo. Andrea e Nicola ci accompagnano nella visita di questo posto dove, tra le altre cose, è nata l’idea di creare un piccolo orto. Ci sembra che questo progetto rappresenti bene la struttura di San Nicolò: un luogo di incontro e collaborazione, dove ognunə può fare la sua parte per uno scopo comune, per poi raccogliere bellissimi frutti.


Al termine di questo tour dei tanti luoghi in cui si svolge il lavoro della nostra Associazione, ci siamo accortз di quanto sia grande e varia. Tuttavia, è facile anche rendersi conto di ciò che unisce tutte queste diverse esperienze, il senso dell'accoglienza per come la intendiamo noi: un'accoglienza diffusa, in cui si creano spazi di familiarità, dove la comunità può arricchirsi dell'incontro e dello scambio che ne deriva.


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