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3 OTTOBRE 2013-2023: DIECI ANNI DI LUTTI

Il 3 ottobre di quest’anno ricorreva il decimo anniversario del naufragio al largo di Lampedusa in cui persero la vita 368 uomini, donne e bambini. La Giornata Nazionale delle Vittime dell’Immigrazione, istituita proprio in questa data, quest’anno è stata particolarmente dolorosa. Abbiamo voluto celebrarla al Cimitero Monumentale di Trento coinvolgendo la cittadinanza, in un momento di lutto ma anche di denuncia. Hanno partecipato persone diverse per nazionalità, età e credo religioso, unite dalla convinzione che costruire la pace sia un dovere e che nessuno dovrebbe morire nel tentativo di fuggire da contesti segnati dalla disuguaglianza per raggiungere un futuro migliore.


I primi a raggiungerci sono stati gli studentз delle superiori, già dalla mattina del 2 ottobre e per tutta la mattina successiva. Più di 150 ragazzз, provenienti da Liceo Da Vinci, Galilei e UPT, sono stati accoltз in via Madruzzo. Sono statз accompagnatз in un percorso che, dopo un primo momento di raccoglimento e riflessione sui numeri e sul dramma della migrazione forzata, si è concentrato poi sulla rotta balcanica, che riguarda il Trentino da vicino.

Raccoltз intorno alla Stele Commemorativa delle Vittime delle Migrazioni nel quadrante nord del cimitero, abbiamo ragionato insieme sulla difficoltà di “stare” in una giornata della memoria che commemora una strage tutt’ora in corso. Ci siamo interrogatз su quale sia lo stato di coscienza di una nazione che da un lato ricorda i morti delle migrazioni con una giornata della memoria e dall’altro implementa politiche respingenti, repressive e di inasprimento dei confini che queste morti le causano.

Ci siamo rispostз, anche quest’anno, che il senso è prendere posizione, ricordare ma anche denunciare, commemorare ma anche accogliere, affinché il nostro ricordo possa diventare azione, il cordoglio possa diventare cambiamento.

Ci siamo poi spostati nel quadrante sud, dove, in una sala del tempio crematorio messa a disposizione dai servizi funerari del Comune di Trento, abbiamo allestito la mostra multisensoriale Nella direzione giusta, un viaggio audiofotografico a Bihać, ingresso -serrato- nell’Unione Europea dalla confinante Bosnia ed Erzegovina, luogo di passaggi e respingimenti, precarietà, permanenze forzate, di violenza ma anche di resistenza per i migrantз della Rotta Balcanica.

I ragazzз sono statз poi incoraggiati a rielaborare le proprie emozioni lasciando un pensiero su due post-it, uno da condividere e uno da portare con sé, perché le emozioni provate non restassero carico di sconforto individuale ma consapevolezza collettiva e combustibile per il cambiamento.

Nel pomeriggio la mostra è stata trasferita lungo il viale del Cimitero e aperta a tutta la cittadinanza, insieme ai banchetti alle associazioni che da alcuni anni organizzano e vivono con noi questo momento. Accanto alle foto della mostra è stato inoltre disteso un lungo telo blu, realizzato dallз studenti del Liceo Da Vinci, che rappresenta il mare e riporta i nomi di tutte le persone che hanno perso la vita nel tentativo di attraversarlo per raggiungere l’Europa.

Alle 18.00 il telo è stato raccolto e, in uno spontaneo momento di silenzio e rispetto, è stato portato in corteo in un luogo molto speciale del Cimitero: il famedio, che ospita i memoriali delle persone illustri della città, per riconoscere non solo la straordinarietà dell’esperienza di vita e di morte di queste persone, ma per restituire ai loro nomi, alcuni inevitabilmente andati perduti, tutta la dignità e l’onore che meritano.

Qui siamo statз accoltз da Joseph Tassone, il capo ufficio dei Servizi Funerari.

Oggi ricordiamo i migranti che sono morti lungo il cammino verso quella che speravano fosse una terra migliore. Un pensiero va a loro, ma anche a chi a quel cammino è sopravvissuto. Una commemorazione come questa può sembrare inutile, perché non pare che le stragi siano finite e quella di Cutro è solo la più recente. Tuttavia è necessario educare le nuove generazioni perché distinguano il vero dal falso e il brutto dal bello, e perché, mentre distinguono queste cose, confondano invece il sé nell’altro e l’interesse personale col bene collettivo. Questa è la ragione per cui ci teniamo che le studentesse e gli studenti siano protagonisti di queste giornate di dolore.

Dopo Joseph Tassone sono intervenute le cariche cittadine tra cui l’assessora Elisabetta Bozzarelli, che ha rimarcato la profonda assonanza e sintonia di valori tra questa celebrazione e il sentire del Comune di Trento. Hanno portato il loro saluto Lamin Traoré per l’associazione Fandema, Claudio Bassetti, presidente del CNCA e Stefano Canestrini, coordinatore generale della nostra associazione, e la Questura di Trento. Quest’anno abbiamo poi avuto il privilegio di poter avere con noi Orlando Amodeo, medico soccorritore della polizia di stato fra i primi ad accorrere sulla spiaggia di Cutro la mattina del naufragio, la cui testimonianza è stata particolarmente preziosa.


Al termine della commemorazione ci siamo spostatз nel Giardino delle Rimembranze, uno spazio all'interno del Cimitero dove chi lo desidera può spargere le ceneri dei propri cari. Su questo bellissimo prato abbiamo assistito allo spettacolo "Welcome" di Beppe Casales sulle speranze, le attese e le sofferenze di una famiglia siriana in fuga dalla guerra, costretta a dividersi e dover fare i conti con un confine chiuso -quello di Eidomeni.

Da questo cimitero silenzioso ma accogliente, da questo posto di memoria e di cordoglio, portiamo via una convinzione, maturata in 10 anni di lutti: che nessuna frontiera può frapporsi fra una persona e il suo diritto ad una vita degna.

L'evento è parte dell'Ottava Settimana dell'Accoglienza del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza del Trentino-Alto Adige / Südtirol ed è stato possibile grazie al contributo e alla partecipazione di Fandema, Mediterranea Trento, Libreria Due Punti, Fondazione Caritas e Tavolo Locale delle Appartenenze Religiose.

Con il patrocinio del Comune di Trento e il fondamentale supporto del Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani.



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