Il racconto della giornata in memoria delle vittime dell'immigrazione a Trento.
Lunedì 3 ottobre eravamo in tantз al Cimitero Monumentale di Trento per ricordare le vittime dell'immigrazione nella giornata nazionale a loro dedicata. Tante persone diverse per nazionalità, per età, per credo religioso, unite dall'idea che cercare una vita di pace sia un diritto e che nessuno debba morire nel tentativo di raggiungere un futuro migliore.
Lз primз a fare il loro ingresso nel cimitero, già dalla mattina, sono statз lз studenti delle scuole superiori. Più di 170 ragazzз, provenienti dal Liceo Da Vinci, dal Galilei, dal Bomporti, dall'Istituto UPT sono arrivatз con i loro professori. Lз abbiamo accoltз lungo il viale di Via Madruzzo, davanti al telo realizzato dallз loro colleghз del Liceo Da Vinci con tutti i nomi di chi ha perso la vita nel terribile naufragio che, il 3 ottobre del 2013, portò alla morte 368 persone. Insieme abbiamo ascoltato le parole di chi ha fatto il terribile viaggio lungo il deserto e attraverso il mare che così spesso finisce in tragedia. Insieme abbiamo pensato alle ragioni che spingono tante persone a credere e a sperare in una vita migliore. Ci siamo interrogatз su quale sia il senso, se la strage sui nostri confini si ripete ogni giorno, di commemorare queste morti. Ci siamo rispostз che il senso è prendere posizione, ricordare ma anche denunciare, commemorare ma anche accogliere, affinché il nostro ricordo possa diventare azione, il cordoglio possa diventare cambiamento.
Così, ogni studente ha scelto di portare via con sé il nome di una di quelle persone che hanno perso la vita. L'hanno ricopiato su un foglio da appendere nella propria classe, in modo da portare con sé un ricordo concreto che possa nutrire ogni giorno la determinazione a cambiare le cose.
Nel pomeriggio abbiamo allestito tante mostre lungo il viale del Cimitero, insieme alle associazioni che organizzano e vivono con noi questo momento. Grazie a testimonianze fotografiche, banchetti, libri scelti sul tema dalla Liberia Due Punti, coloro che passavano potevano scoprire la giornata e fermarsi a conoscere qualcosa della vita di chi migra.
Alle 17.00 è cominciata la commemorazione in un luogo molto speciale del Cimitero: nell'ala che ospita i memoriali delle persone illustri della città, dove è stata posta dal Comune di Trento la Stele in memoria delle vittime della migrazione.
Qui siamo statз accoltз da Joseph Tassone, il capo ufficio dei Servizi Funerari.
"Questo è un luogo di cortei silenziosi" ha detto "ma ogni anno è un'emozione incredibile accodarsi a questo corteo, dove neanche volendo si potrebbe piangere un nome, perché sono troppi e tanti non si conoscono. Il cimitero è il luogo in cui, per definizione, si raccolgono i lutti personali e li si fa diventare memoria di tutta la comunità. Quando penso alle tante persone rimaste insepolte lungo le rotte delle migrazioni penso a questo: che ci vuole un cimitero per accoglierle. Ed è quello che stiamo facendo stasera, con il nostro essere qui. Lз raccogliamo tuttз. Diamo loro un posto. Rendiamo le loro vite e le loro morti parte della storia della nostra comunità."
Dopo Joseph sono intervenute le cariche cittadine tra cui la consigliera Anna Maria Franzoia, che ha rimarcato la profonda assonanza e sintonia di valori tra questa celebrazione e il sentire del Comune di Trento. Hanno portato il loro saluto Claudio Bassetti, presidente del CNCA e Stefano Graiff, presidente di Centro Astalli Trento.
Ha poi avuto inizio la preghiera interreligiosa. Davanti alla stele hanno parlato e pregato lз rappresentanti del Tavolo Locale delle Appartenenze Religiose. Credenti e ministrз cristianз, ebreз, musulmanз, battistз, Bahai e buddistз hanno portato riflessioni che, a partire da confessioni diverse, mostravano la forte radice comune di tutte le fedi: siamo chiamatз a comportarci con le altrз come con noi stessз, a creare riconciliazione lì dove c'è scontro, non a predicare la pace ma a incarnarla, ad essere un seme di speranza anche quando i tempi sono oscuri.
Al termine delle preghiere, ciascunǝ rappresentante ha lasciato ai piedi della stele un segno di riconoscimento, un segno che viene lasciato per indicare quanto invece il pensiero di queste morti venga via con noi: una candela, dei fiori, una busta di semi, una pietra bianca.
Al termine della commemorazione ci siamo spostatз nel Giardino delle Rimembranze, uno spazio all'interno del Cimitero dove chi lo desidera può spargere le ceneri dei propri cari. Su questo bellissimo prato abbiamo assistito allo spettacolo "Tra la Perduta Gente" a cura dell'APS Giardino delle Arti, una bellissima performance teatrale che accoppia brani dall'Inferno di Dante con testi tratti dal diario autobiografico di Mamadou Diakité, giovane ivoriano che ha viaggiato attraverso il deserto ed il mare per approdare in Italia seguendo il suo sogno di libertà.
Mentre la sera calava, le parole di Mamadou ci hanno guidato dalle stazioni dei bus della Costa d'Avorio ai ghetti affollati del Niger, fino alle terribili prigioni libiche dove così tante persone soffrono per mano di trafficanti senza scrupoli. Insieme a lui abbiamo preso pick-up con i cassoni stipati di gente che corrono nel deserto senza fermarsi neanche quando qualcunǝ cade giù e poi, finalmente, abbiamo preso il largo sulle fragili barche che affrontano il Mediterraneo e che a volte arrivano a destinazione, altre volte fanno tragico naufragio.
Alla fine, la musica dei musicisti e le voci dellз attorз ci hanno portato alla riflessione più importante della giornata: noi possiamo capire le persone che fanno il viaggio. Sono persone come noi. Con le parole di Mamadou, sono persone "pazze, perché danno valore alla propria vita." Persone che "vogliono scambiare la propria vita con una vita migliore". E se è una pazzia pensare che la vita, che ogni vita abbia valore, allora condividiamo questa pazzia. Siamo fieri di fare parte di questa folle, speranzosa schiera.
E da questo cimitero buio ed accogliente, da questo posto di memoria e di cordoglio, portiamo via una luminosa, vivisissima convinzione. Che chiunque ha il diritto di spostarsi per seguire il proprio destino. Che chiunque ha il diritto a cercare un futuro migliore. E che nessuno dev'essere lasciato fuori dalla frontiera della propria felicità.
L'evento è parte dell'Ottava Settimana dell'Accoglienza del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza del Trentino-Alto Adige / Südtirol
Con il patrocinio del Comune di Trento
L'evento è a cura di:
Centro Astalli Trento Onlus
Tavolo Locale delle Appartenenze Religiose
Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani
Giardino delle Arti APS
Fondazione Comunità Solidale
Mediterranea Trento
Libreria Due Punti
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